di Walter Meregalli
L’arte di raccontare attraverso le immagini passa attraverso l’occhio, il cuore e la macchina fotografica, per parafrasare uno dei più grandi visual story teller mai vissuti, Henry Cartier-Bresson, il quale predicava l’allineamento di occhio, cuore e mente.

Una calda domenica d’estate a Delhi, India. Il parco di India Gate è gremito di persone, ognuna intenta a passare qualche ora di svago. In una delle fontane del parco alcuni ragazzi cercano riparo dalla calura estiva. La scena, di per sé, potrebbe passare inosservata o addirittura venire inghiottita dal resto, ma un “occhio” allenato riesce a “vederla” e a leggere buona storia da raccontare, ed ecco che si mette al lavoro e prova ad “allineare” la Santissima Trinità dello story telling fotografico: OCCHIO, TESTA e CUORE. © Walter Meregalli
Guardare non basta
Il fotografo non può accontentarsi di guardare, DEVE imparare a “vedere”.
Se intendiamo raccontare una storia, dobbiamo prima riuscire a vederla.
Ho cominciato a cincischiare con la macchina fotografica al collo da ragazzino, guidato da un vecchio saggio della fotografia italiana, la cui pazienza era inversamente proporzionale al talento. Il mio paziente, ma burbero, maestro non faceva che ripetermi “guardati attorno, testa di rapa, non smettere mai di guardarti attorno, devi essere curioso e devi imparare a guardare le cose a gambe all’aria”.
Allora non capivo proprio esattamente quello che il buon Pietro Donzelli cercava di dirmi, ma ci provavo, più per non deludere il grande vecchio e quando mi riusciva, il buon Donzelli si lasciava sfuggire un “ah, a l’era ura!” – che ìn milanese significa “finalmente, era ora”.
Siate curiosi
Non possiamo raccontare una storia se la storia non ci incuriosisce per primi, se non ci interessa, se non ci appassiona.
E’ questione di allenamento
Non dobbiamo mai smettere di osservare.
Per quali motivi non vediamo le “storie” che abbiamo davanti?
Dobbiamo imparare a guardare come guarderebbe uno straniero, anche se non è cosa facile.
I dettagli sono un ottimo acceleratore di storie.
Anche le grandi storie passano per i piccoli dettagli, impariamo ad usare la retorica, se funziona per gli scrittori, funziona anche per noi.
Alleniamoci a vedere i dettagli, farà bene alla nostra capacità di raccontare storie attraverso le immagini.
Grazie per l’articolo Walter, non si smette mai di studiare. E il bello… È quello!
Parole sante, Riccardo. Peccato che molti non solo smettono presto – sentendosi “arrivati” – ma addirittura manco cominciano.
😉